martedì 11 dicembre 2007

La rete delle reti... trappola o intreccio di risorse?



Ho ripreso in mano la mia tesi. Essendo stata scritta 5 anni fa per certe cose è ormai obsoleta... non così, almeno per me, le linee guida e il taglio dato. Ne sottopongo un pezzo alla vostra attenzione.

Internet, la «Rete di reti», ritengo abbia due facce, esattamente come il termine può portarci a pensare a due cose diverse e quasi contrapposte. Ad esempio quando, amicizie, competenze, servizi si mettono “in rete”, si è in grado di dare risposte anche a situazioni patologiche o di disagio, aderenti alla realtà ed efficaci. Quando un adolescente intesse una rete di amicizie è in grado di confrontarsi con il mondo circostante, di avere qualche strumento in più, oltre alla famiglia per affrontare i problemi quotidiani.

Ma la rete può anche intrappolarti. Pensiamo ad un pesce, per lui la rete è una nemica che lo intrappola, lo lega, gli impedisce di muoversi e lo uccide.

E’ tra queste due figure (una concreta e l’altra astratta) della parola rete che a mio parere si situa alla perfezione un terzo tipo di rete (che è proprio un po’ reale ed un po’ virtuale), quella della multimedialità, delle nuove tecnologie, di Internet, delle Chat, degli SMS e quant’altro il nuovo mondo virtuale ci propone e ci proporrà.

E’ una rete che può aiutare, consigliare, aprire gli orizzonti, fare conoscere persone nuove, offrire la possibilità di giocare (anche mascherandosi, camuffandosi) … ma è questa stessa rete che può intrappolare, farti chiudere sempre più in te stesso, non renderti più capace di sostenere rapporti personali (nel senso autentico del termine, tra persone), può abbruttirti, addirittura renderti schiavo.

Dove sta la linea di demarcazione tra così tante differenze, dov’è la sottile lama del rasoio su cui ci si deve muovere, chi e che cosa può rendere la Rete madre o matrigna?
Ovviamente la persona che si inserisce tra le maglie di questa rete, si mette in gioco grazie al suo bagaglio culturale, le sue conoscenze di se e degli altri, le sue motivazioni ed emozioni, il proprio senso critico.

Non si tratta di una visione semplicistica: certo bisogna disciplinare quanto viene offerto dalla rete (e in questo senso già si sta lavorando), organizzare filtri e protezioni online, ma credo che un aspetto fondamentale sia l’educazione che, in questo ambito, intendo come far nascere e crescere il senso critico, la capacità di scegliere e valutare con la propria testa, al di la della moda e degli stereotipi.

Detto così pare facile e pure bello, ma mi rendo conto che non è per nulla semplice: la famiglia molto spesso latita, la scuola non sempre riesce ad andare aldilà del nozionismo puro (invece che stimolare il «desiderio di imparare, di conoscere») e le altre agenzie educative (i media, il gruppo dei pari in particolare), che sono quelle che attualmente parlano maggiormente ai ragazzi, ovviamente portano quanto a loro interessa portare.

(Immagine da www.bloggiando.com e www.experientia.com)

3 commenti:

Anonimo ha detto...

il "buon senso" è sempre il mezzo migliore per avvicinarsi alla rete ed i più giovani andrebbero seguiti nei loro primi passi sul WEB, come nella vita...

Barbara ha detto...

La rete è molto ambigua, e te lo dico io che sono internetdipendente, percè poi la mercificazione fisica è l'obiettivo ultimo di un grande quantitativo di navigatori. Però io nelle prospettive della rete vedo anche l'abbattimento dei confini, il portare il mondo in un salotto, il poter comunicare anche quando non lo si può fare realmente perchè magari ci sono i bambini e uscire non si esce... e allora è il mondo che entra in casa...

sauvage27 ha detto...

Mi sto rincretinendo io che ho cominciato da poco ed ho passa 50 anni..., ..immaginarsi un giovane che comincia adesso... , ....

Basta! Parlamento pulito

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