Quest'estate sono stato 10 giorni a Bucarest, in Romania, insieme a nove ragazzi (dico ragazzi perchè io, almeno per l'anagrafe, non lo sono più), per andare a svolgere attività di animazione in Istituti e Orfanotrofi della capitale, all'interno di una iniziativa, che si realizza ormai da molti anni, della Comunità Papa Giovanni XXIII. In questi giorni di tensione con il popolo rumeno mi veniva da pensare a quello che avevo visto e incontrato, alle contraddizioni di un paese che, non più schiavo di una dittatura, vuole correre al progresso e alla ricchezza rischiando però o di cercare scorciatoie o che troppa gente resti indietro. Non pretendo di avere capito tutto in dieci giorni, ma ho capito che solo conoscendo le cose puoi realmente giudicarle. E sono stati gli occhi e i commenti degli adolescenti che accompagnavo, che certe cose le hanno capite prima di me e più a fondo di me. Dobbiamo far fare ai nostri ragazzi esperienze forti, far sporcare loro le mani, fargli vedere che possono fare delle cose belle per questo strano mondo.
Siamo andati a condividere con i bimbi che nessuno vuole lasciati a crescere in un orfanotrofio o, perchè disabili, in posti che speravo nel 2007 di non vedere più. Ma di questo vi racconterò un'altra volta.
Siamo andati a condividere con i bimbi che nessuno vuole lasciati a crescere in un orfanotrofio o, perchè disabili, in posti che speravo nel 2007 di non vedere più. Ma di questo vi racconterò un'altra volta.